giovedì 16 maggio 2019

KANT: IL PROBLEMA DELLA MORALE NELLA CRITICA DELLA RAGION PRATICA

Nella Critica della ragion pratica--> TU DEVI

Kannt ha un approccio etico-morale esteso a tutta l'umanita, questo approccio è fondato su un qualcosa di razionale. --> Etica oltre che personale deve essere pubblica.

---> in essa si afferma che la legge morale è un fatto della ragione, quindi è un principio generalizzato che vale per tutti e per sempre ( incondizionato e universale) e ha il "comando" in quanto ha il compito di contrastare la sensibilità e gli impulsi egoistici

La ragione = facoltà di superare l'ambito dei sensi, indipendente dall'esperienza.

---> la ragion pratica coincide con la volontà, intesa come la facoltà che consente di agire sulla base di principi normativi, cioè di regole razionali che ne disicplinano e orientano le scelte. Kannt destingue due tipi di principi della ragion pratica:
  • le massime, prescrizioni di carattere soggettivo, cioè valide per l'individuo particolare che le segue;
  • gli imperativi, prescrizioni oggettive, cioè che devono valere per tutti. Essi sono a loro volta suddivisi in imperativo ipotetico--> prescrive un'azione in vista del raggiungimento di un fine determinato. ---> imperativo categorico, è incondizionato, ossia comanda un'azione a prescindere dal fine o dagli effetti che ne possono conseguire ( TU DEVI!).  
L'azione è morale quando è compiuta solo in vista e per rispetto del dovere e soddisfa il principio di universalizzazione, ampliato attraverso le tre formulazioni dell'imperativo categorico. Esse impongono di agire:
  1. Secondo quella massima che vuoi divenga una legge universale
  2. trattare l'uomo come fine e non come mezzo
  3. la volontà si possa considerare universalmente legislatrice. 
--> la moralità richiede la conformità al dovere ma anche la convinzione interiore, in essa 'uomo si eleva al di sopra del sensibile e delle leggi di natura e su di essa si fonda la religione.Infatti le principali dottrine religiose sono postulati della ragion pratica--> l'esistenza di Dio  e l'immortalità dell'anima garantiscono la possibilità del sommo bene.

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